"Paese che vai, usanza che trovi"

È risaputo che i tedeschi, in genere, hanno uno stile più semplice, libero e informale rispetto allo stile italiano ben più pomposo, formale e preoccupato dell'occhio sociale.
Ad esempio, girovagando per le città tedesche, non è raro incontrare aitanti giovanotti passeggiare tranquillamente a piedi scalzi, incuranti di tutto e tutti. Ma dico io, non hanno paura di prendere un'infezione o un chiodo o un pezzo di vetro??!! Boh, io ne ho visti tanti di questi tipi in giro per la città e ogni volta li guardo con gli occhi sbarrati. Vabbe che le città tedesche sono più pulite di quelle italiane ma ugualmente alla fine i piedi saranno neri come la pece, nella migliore delle ipotesi. Al contrario, capisco e condivido l'usanza di togliere le scarpe prima di entrare nella propria casa per non portare dentro tutti i batteri esterni. La maggior parte dei tedeschi non solo si toglie le scarpe a casa propria ma anche a casa degli altri. Quest'ultima abitudine, per quanto gentile e riguardevole nei confronti degli amici, per me sarà più difficile da mettere in pratica. Si, perché, specialmente al sud Italia, da dove provengo io, togliersi le scarpe a casa degli altri è considerato assolutamente disdicevole e pertanto è vivamente sconsigliato perché equivarrebbe ad una mancanza di rispetto nei confronti di chi ti ha invitato. Anzi, di solito, in Italia, quando sei ospite, si fa a gara ad indossare l'outfit migliore!!!
Un'altra usanza tipica tedesca, che non deve scandalizzare più di tanto, sebbene sia decisamente più sgradevole, è quella dello sdoganamento del c.d. "rutto libero". Sarà perché i tedeschi bevono tanta birra, non lo so, ma di fatto per loro è assolutamente normale eruttare in pubblico. Mi è capitato già diverse volte di sentire per strada, mentre cammino per negozi o faccio la spesa, un rutto improvviso. Confesso che, le prime volte, sono rimasta sconcertata ma poi ci ho fatto l'orecchio. Fortunatamente, non tutti sono così rozzi. Però, mentre in Italia, se scappa un rutto, si chiede scusa e si incassa la brutta figura, qui, è normale e nessuno ci fa caso né si sognerebbe di chiedere scusa, poiché l'eruttare è un evento del tutto naturale.
Invece, una prassi diffusa in Germania e che apprezzo perché molto cortese nei confronti del prossimo, è quella dei cittadini che si prodigano ad aiutare i forestieri, che incrociano lungo la strada, indaffarati a comprendere la cartina geografica della città.
Già mi è capitato numerose volte di vedere questa scena davanti ai miei occhi. Ed io stessa, cerco, nel mio piccolo e con un inglese piuttosto stentato, di dare una mano ai turisti a raccapezzarsi fra le "StraBe" di Koblenz! Trovo che questa iniziativa di offrire spontaneamente il proprio aiuto agli stranieri in difficoltà sia molto ammirevole ed altruista, smentendo il solito luogo comune che i tedeschi siano un popolo freddo. Non è vero che i tedeschi siano freddi, anzi io li trovo veramente molto simpatici, aperti e cordiali. Almeno questo è il mio parere, frutto della mia esperienza attualmente solo semestrale.
Per quanto concerne, i modi di fare nelle relazioni interpersonali, al momento non posso sbilanciarmi perché non ho ancora amici tedeschi ma solo alcune conoscenze e rapporti di vicinato. Spero di coltivare anche tante amicizie tedesche in un futuro prossimo quando sarò in grado di sostenere una conversazione, degna di questo nome. Purtroppo, per ora, mi devo accontentare di fermarmi ai saluti e convenevoli di base, tipo "Hallo, Wie geht's?", cioè: "Ciao, come va?" , "Alles Gut" , "Tutto bene" e via discorrendo. Nonostante ciò, balza all'occhio il diverso modo di salutare dei tedeschi rispetto a come siamo abituati noi. Loro non ti baciano mai, si limitano ad un abbraccio laterale fugace, senza toccare neanche la guancia, a differenza nostra, che quando ci vediamo ci sbaciucchiamo tutti a destra e sinistra per un quarto d'ora! I tedeschi, anche in questo caso, si confermano più pratici e svelti di noi.
Questi sono solo alcuni esempi di usi e costumi tedeschi, di cui sono stata testimone oculare. Man mano che passerà il tempo, ne scoprirò, certamente, altri di interessanti da raccontare, perché tra tante incognite, per tutti gli espatriati c'è un'unica certezza: il detto "Paese che vai, usanza che trovi".

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