Brexit: chi vivrà, vedrà

A proposito di Brexit, ossia di uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea, mi viene da dire semplicemente: "chi vivrà, vedrà"!
Diamo tempo al tempo, aspettiamo di vedere le conseguenze di questa decisione presa dalla maggioranza del popolo inglese. Chissà se sarà un bene per loro o per noi che siamo rimasti, o se invece sarà negativo per loro e pure per l'UE. Adesso è troppo presto per dirlo. Tutti fanno previsioni in un senso o nell'altro, tutti sono esperti europeisti o estremi nazionalisti. Ogni pronostico è prematuro. Solo a distanza di tempo si potranno fare bilanci e tirare le somme.


Si dice, comunemente, che: "Non tutti i mali vengono per nuocere"! Può anche darsi che a noi giovi l'uscita dell'Inghilterra, nella misura in cui i vertici dell'UE capiscano che bisogna rivedere il progetto dei padri fondatori.
Potrebbe accadere che, senza il Regno Unito, l'UE corra ad una nuova velocità, prima rallentata dal continuo veto dell'Inghilterra. Non so, non si sa, nessuno lo sa esattamente cosa accadrà adesso. Siamo pazienti, aspettiamo e vediamo.
Magari altri Paesi membri vorranno indire un simile referendum e allora si avrà il tanto temuto "effetto domino". Certo è che, in Italia, l'art. 75 della Costituzione, vieta il referendum abrogativo in materia di trattati internazionali. Pertanto, a meno di cambiare la nostra Carta costituzionale, non sarà possibile per noi votare un referendum del genere.
D'altronde, è sotto gli occhi di tutti che questa UE non piace ai più. L'idea è senz'altro buona ed utile ma forse eccessivamente ambiziosa. Non sarà un'utopia? A me l'idea piace e molto, ma certamente al momento, non sta funzionando come ci si aspettava ed augurava.
Poiché io sono ottimista di natura, vedo il bicchiere sempre mezzo pieno e anche in quest'occasione, penso che bisogna guardare il lato positivo della vicenda e augurarsi che gli Stati membri dell'Unione europea si decidano, finalmente, a rivedere il disegno di unificazione europea, incominciando da una ristrutturazione dal basso, rendendo più partecipi i cittadini. Perché, purtroppo allo stato attuale, il malcontento regna sovrano. I cittadini non si sentono parte di un grande progetto di pace e benessere, quale doveva essere l'UE.
Concludendo, penso che l'UE avrà successo solo nella misura in cui sarà in grado di soddisfare le aspettative di tutti, riuscendo a rendere migliore la qualità della vita dei cittadini di tutti gli Stati membri, attraverso una politica comune di coesione sociale oltre che economica e monetaria. Se l'UE vorrà la fiducia dei popoli europei dovrà meritarsela attraverso delle leggi favorevoli agli interessi dei cittadini, in modo tale da contribuire ad accrescere la simpatia di tutti, anche dei più scettici oppositori.

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